Anno 1899, pianeta Nymiria
Al centro dell'universo, sotto un cielo limpido tra il celeste e il viola, attraversato da lune in lento
movimento, sorgeva il pianeta Nymiria.
Brillava come un gioiello nell'oscurità. Era
attraversato da fiumi che sembravano arterie vive,
montagne che si aprivano su immense praterie
verdi, di una bellezza inimmaginabile.
Era formato da un grande continente, pieno di
laghi azzurri e verdi, circondato tutt'attorno dal
mare.
Al centro di quel continente si ergeva Zyren,
capitale del pianeta. Il popolo che la abitava si
muoveva con grazia tra antiche strutture che
ricordavano un'antica Grecia: palazzi bianchi
costruiti con materiali pregiati, ornati da colonne e
tende candide. Gli abitanti avevano un aspetto
molto simile al nostro, vestiti con tonache e
vestaglie leggere.
La città era composta da grandi palazzi centrali e
piccole case che la circondavano come un villaggio
delicato.
Al centro di tutto, si ergeva un monolite nero con
inciso il nome llaris, ricoperto da geroglifici antichi.
Era sorvegliato va alcuni cavalieri.Da millenni, quel monolite custodiva il potere
dell'equilibrio cosmico.
La popolazione viveva attorno al monolite, offrendo
parole e gesti a quella divinità.
Tra la folla numerosa di quel giorno, un ragazzino
correva da una parte all'altra. Aveva capelli
arancioni e occhi verdi. Gli piaceva ascoltare le
storie antiche su llaris e sulla città.
Sylen: "Mamma... andiamo là sotto, dai!"
Mamma di Sylen: "Sì, ma vai piano che ho tua
sorella in braccio!"
Sylen: "Dai, voglio sentire le storie che
racconteranno oggi!"
E corse verso il monolite.
Mamma: "Vai piano, Syle!"
Papà: "Lascialo stare, ormai sa badare a se stesso.
"
Lilia (la sorellina): "Mamma, cos'è quello?"
Indica il monolite di llaris.
Mamma: "Quello è il monolite di llaris.
"
Lilia: "E chi è?"
Papà: "Nessuno sa l'origine. Quello che
sappiamo è che llaris è il potere dell'equilibrio
universale.
"
Lilia: "Wow... andiamo là, dai!"
I tre cercarono di stare dietro a Sylen, che ormai
era già arrivato sotto al monolite. Lo stava
osservando con ammirazione e sorpresa.
Come ogni giorno di festa, le persone raccontavanostorie, ma lui voleva di più. Così iniziò a girare
attorno ad alcuni templi che si trovavano sotto
llaris.
Sylen: "Voglio vedere cosa c'è nei templi.
Voglio scoprire qualcosa in più... vediamo un po'
dove posso andare.
"
Si voltò e vide due templi: uno grande, maestoso, e
uno più piccolo.
Sylen: "Allora... senza permessi non si può entrare.
Quello grande è pieno di guardie, mentre quello
piccolo... ce ne sono meno.
Potrei riuscire a entrare in qualche modo.
"
Il ragazzo si avvicinò al tempio piccolo, si camuffò
tra la folla. All'ingresso c'erano solo due guardie.
Sylen (tra sé): "Di qua non si passa... proviamo
dietro.
"
Fece il giro del tempio e vide una finestrella. Era
piccola, ma un ragazzino come lui poteva passarci.
Sylen: "È perfetta.
"
Spostò delle piccole casse di legno, si arrampicò e
passò dalla finestra, anche se cadde dall'altro lato.
Sylen: "Cavolo, cavolo... così cado!"
Poom! Cadde di fianco, intero.
Sylen: "Ahi... che botta. Era un po' alta... Woow...
"
Alzò la testa. L'interno del tempio era piccolo ma
maestoso, affascinante.
Sylen: "È proprio bello...
"Le pareti erano attraversate da affreschi, con
immagini e geroglifici. Camminava silenziosamente,
stupito. Un cocchio antico era immerso nei simboli
scolpiti nella roccia. Più leggeva, più restava
affascinato. Poi si accorse che l'aria, lì dentro, era
diversa.
Sylen: "È un po' freddino qui...
"
Un venticello leggero gli mosse la tonaca.
Sylen: "Cos'è?"
L'odore della pietra umida lo avvolse
completamente.
Si voltò e vide un piccolo altare. Dei segni su di esso
emanavano una debole luce verde che brillava. Si
avvicinò.
Sylen: "Questi segni... cosa sono? Sono diversi dagli
altri...
"
Erano simboli mai visti prima, nemmeno nei libri
vecchi.
Sylen: "Perché non li conosco?"
Si fermò a fissare una colonna e, con la punta delle
dita, ne toccò la superficie fredda.
Tracciava i contorni del geroglifico con delicatezza.
Sylen: "Sono bellissimi...
"
Il tempio sembrò trattenere il respiro con lui.
Silenzio totale, come se lui e l'edificio fossero in
completa connessione. Poi, un rumore improvviso
spezzò l'armonia.Guardia: "Ehi, giovanotto! Cosa ci fai qui?"
Sylen si girò di scatto. Un soldato era entrato per
controllare e lo aveva beccato.
Guardia: "Sai bene che senza permesso non si può
entrare. È vietato.
"
Sylen lo guardò fisso, incantato, per qualche
secondo, con la mano ancora sulla pietra. Poi
sorrise e chiuse gli occhi.
Sylen: "Mi ha beccato! ... Mi scusi, ero solo curioso.
"
La guardia lo osservò stupito, poi accennò un
Guardia: "Esci subito da qui, prima che ci ripensi...
"
Sylen lo guardò e iniziò a correre verso l'uscita.
Sylen: "Grazie! Mi scusi tanto!"
Se ne andò correndo.
Guardia: "Aaah... che ragazzino...
"
Sylen uscì dal tempio di corsa, si ritrovò di nuovo
nella strada centrale. Si fermò, guardò la folla. Il
suo sorriso si trasformò in stupore. Poi si guardo la
mano.
Sylen: "È stato strano... c'era un'energia lì dentro.
Quando ho toccato quella colonna, ho sentito
qualcosa di...
"
Mamma: "Sylen! Dove sei?!"
Sylen: "Eh?"
Sylen: "Ah, mamma! Sono qui!"
La mamma era qualche metro più in là, lo cercava
tra la folla con la sorellina in braccio.
Mamma: "Dove diavolo eri finito?"Sylen (con una mano sulla testa): "Ero andato a fare
un giretto... scusa.
"
Mamma: "Aaah... forza, andiamo da tuo padre.
"
Sylen: "Sì, va bene.
"
I due si incamminarono, allontanandosi piano dal
tempio.
La giornata finì, e Sylen era a cena con la famiglia,
nella loro casa.
Papà (mentre si versa dell'acqua): "Dove eri finito
oggi? Non riuscivamo a trovarti.
"
Sylen stava mangiando la sua zuppa. Si fermò e
guardò il padre.
Sylen: "Eh? Nulla... ero andato a fare un giro.
"
Mamma: "Sylen, non dire bugie. In questa famiglia
non si dicono.
"
Sylen: "Mmm... sono andato al tempio.
"
Papà: "Cosa? Sai che non devi andare là da solo...
Come hai fatto a entrare senza permesso?"
Sylen abbassò la testa.
Sylen: "Ho scavalcato da una finestra...
"
Mamma: "Sylen, che di-volo! Non si fa, è sbagliato.
"
Sylen: "Ma mamma, volevo solo vedere cosa c'era
dentro.
"
Papà: "E cosa hai visto?"
Mamma: "Darian, che diavolo fai?! Lo stai
incoraggiando?"
Papà: "No, assolutamente. Ma ormai che è
entrato... vediamo almeno cosa c'era.
"Mamma: "Non ho parole...
"
Sylen alzò la testa, sorridendo, e guardò il padre.
Sylen: "Beh... appena entrato ho visto degli
affreschi bellissimi che raffiguravano Nymiria, le
stelle... ed era pieno di geroglifici.
"
Papà: "Dev'essere stato interessante.
"
Sylen: "Bellissimo. Poi, ad un certo punto, ho visto
una specie di altare. C'erano delle scritte diverse
dal solito, e mi sono avvicinato.
"
Papà: "Che scritte erano?!"
Sylen: "Non lo so... non le ho mai viste nei libri.
Però erano luminose. Allora le ho toccate.
"
Tutti in casa erano concentrati sul racconto di
Sylen. Anche la piccola Lilia era rapita, con gli occhi
spalancati.
Sylen: "Appena le ho toccate... ho sentito come un
calore attraversarmi il corpo. È stato
strano...
"
Stava fissando la sua mano mentre parlava, con gli
occhi fissi e profondi.
Mamma: "Aaaandiamo... ti sarai fatto
suggestionare. Comunque, questo non toglie che
hai fatto una cosa sbagliata.
"
Papà: "Eh già, Sylen. Anche se il racconto era bello,
mi spiace ma la mamma ha ragione. Quindi sei in
punizione ! "Sylen: "Cosa?! Davvero? Ma me l'hai chiesto tu di
raccontarlo!"
Papà (sorridendo): "Certo. E adesso... laverai i piatti
per una settimana intera.
"
Sylen: "Aaaaah, uffa...
"
La serata si concluse con le risate della famiglia e Sylen che , brontolando lavava i piatti