Cherreads

Chapter 3 - 3

Anno 1899, pianeta Nymiria

Al centro dell'universo, sotto un cielo limpido tra il celeste e il viola, attraversato da lune in lento

movimento, sorgeva il pianeta Nymiria.

Brillava come un gioiello nell'oscurità. Era

attraversato da fiumi che sembravano arterie vive,

montagne che si aprivano su immense praterie

verdi, di una bellezza inimmaginabile.

Era formato da un grande continente, pieno di

laghi azzurri e verdi, circondato tutt'attorno dal

mare.

Al centro di quel continente si ergeva Zyren,

capitale del pianeta. Il popolo che la abitava si

muoveva con grazia tra antiche strutture che

ricordavano un'antica Grecia: palazzi bianchi

costruiti con materiali pregiati, ornati da colonne e

tende candide. Gli abitanti avevano un aspetto

molto simile al nostro, vestiti con tonache e

vestaglie leggere.

La città era composta da grandi palazzi centrali e

piccole case che la circondavano come un villaggio

delicato.

Al centro di tutto, si ergeva un monolite nero con

inciso il nome llaris, ricoperto da geroglifici antichi.

Era sorvegliato va alcuni cavalieri.Da millenni, quel monolite custodiva il potere

dell'equilibrio cosmico.

La popolazione viveva attorno al monolite, offrendo

parole e gesti a quella divinità.

Tra la folla numerosa di quel giorno, un ragazzino

correva da una parte all'altra. Aveva capelli

arancioni e occhi verdi. Gli piaceva ascoltare le

storie antiche su llaris e sulla città.

Sylen: "Mamma... andiamo là sotto, dai!"

Mamma di Sylen: "Sì, ma vai piano che ho tua

sorella in braccio!"

Sylen: "Dai, voglio sentire le storie che

racconteranno oggi!"

E corse verso il monolite.

Mamma: "Vai piano, Syle!"

Papà: "Lascialo stare, ormai sa badare a se stesso.

"

Lilia (la sorellina): "Mamma, cos'è quello?"

Indica il monolite di llaris.

Mamma: "Quello è il monolite di llaris.

"

Lilia: "E chi è?"

Papà: "Nessuno sa l'origine. Quello che

sappiamo è che llaris è il potere dell'equilibrio

universale.

"

Lilia: "Wow... andiamo là, dai!"

I tre cercarono di stare dietro a Sylen, che ormai

era già arrivato sotto al monolite. Lo stava

osservando con ammirazione e sorpresa.

Come ogni giorno di festa, le persone raccontavanostorie, ma lui voleva di più. Così iniziò a girare

attorno ad alcuni templi che si trovavano sotto

llaris.

Sylen: "Voglio vedere cosa c'è nei templi.

Voglio scoprire qualcosa in più... vediamo un po'

dove posso andare.

"

Si voltò e vide due templi: uno grande, maestoso, e

uno più piccolo.

Sylen: "Allora... senza permessi non si può entrare.

Quello grande è pieno di guardie, mentre quello

piccolo... ce ne sono meno.

Potrei riuscire a entrare in qualche modo.

"

Il ragazzo si avvicinò al tempio piccolo, si camuffò

tra la folla. All'ingresso c'erano solo due guardie.

Sylen (tra sé): "Di qua non si passa... proviamo

dietro.

"

Fece il giro del tempio e vide una finestrella. Era

piccola, ma un ragazzino come lui poteva passarci.

Sylen: "È perfetta.

"

Spostò delle piccole casse di legno, si arrampicò e

passò dalla finestra, anche se cadde dall'altro lato.

Sylen: "Cavolo, cavolo... così cado!"

Poom! Cadde di fianco, intero.

Sylen: "Ahi... che botta. Era un po' alta... Woow...

"

Alzò la testa. L'interno del tempio era piccolo ma

maestoso, affascinante.

Sylen: "È proprio bello...

"Le pareti erano attraversate da affreschi, con

immagini e geroglifici. Camminava silenziosamente,

stupito. Un cocchio antico era immerso nei simboli

scolpiti nella roccia. Più leggeva, più restava

affascinato. Poi si accorse che l'aria, lì dentro, era

diversa.

Sylen: "È un po' freddino qui...

"

Un venticello leggero gli mosse la tonaca.

Sylen: "Cos'è?"

L'odore della pietra umida lo avvolse

completamente.

Si voltò e vide un piccolo altare. Dei segni su di esso

emanavano una debole luce verde che brillava. Si

avvicinò.

Sylen: "Questi segni... cosa sono? Sono diversi dagli

altri...

"

Erano simboli mai visti prima, nemmeno nei libri

vecchi.

Sylen: "Perché non li conosco?"

Si fermò a fissare una colonna e, con la punta delle

dita, ne toccò la superficie fredda.

Tracciava i contorni del geroglifico con delicatezza.

Sylen: "Sono bellissimi...

"

Il tempio sembrò trattenere il respiro con lui.

Silenzio totale, come se lui e l'edificio fossero in

completa connessione. Poi, un rumore improvviso

spezzò l'armonia.Guardia: "Ehi, giovanotto! Cosa ci fai qui?"

Sylen si girò di scatto. Un soldato era entrato per

controllare e lo aveva beccato.

Guardia: "Sai bene che senza permesso non si può

entrare. È vietato.

"

Sylen lo guardò fisso, incantato, per qualche

secondo, con la mano ancora sulla pietra. Poi

sorrise e chiuse gli occhi.

Sylen: "Mi ha beccato! ... Mi scusi, ero solo curioso.

"

La guardia lo osservò stupito, poi accennò un

Guardia: "Esci subito da qui, prima che ci ripensi...

"

Sylen lo guardò e iniziò a correre verso l'uscita.

Sylen: "Grazie! Mi scusi tanto!"

Se ne andò correndo.

Guardia: "Aaah... che ragazzino...

"

Sylen uscì dal tempio di corsa, si ritrovò di nuovo

nella strada centrale. Si fermò, guardò la folla. Il

suo sorriso si trasformò in stupore. Poi si guardo la

mano.

Sylen: "È stato strano... c'era un'energia lì dentro.

Quando ho toccato quella colonna, ho sentito

qualcosa di...

"

Mamma: "Sylen! Dove sei?!"

Sylen: "Eh?"

Sylen: "Ah, mamma! Sono qui!"

La mamma era qualche metro più in là, lo cercava

tra la folla con la sorellina in braccio.

Mamma: "Dove diavolo eri finito?"Sylen (con una mano sulla testa): "Ero andato a fare

un giretto... scusa.

"

Mamma: "Aaah... forza, andiamo da tuo padre.

"

Sylen: "Sì, va bene.

"

I due si incamminarono, allontanandosi piano dal

tempio.

La giornata finì, e Sylen era a cena con la famiglia,

nella loro casa.

Papà (mentre si versa dell'acqua): "Dove eri finito

oggi? Non riuscivamo a trovarti.

"

Sylen stava mangiando la sua zuppa. Si fermò e

guardò il padre.

Sylen: "Eh? Nulla... ero andato a fare un giro.

"

Mamma: "Sylen, non dire bugie. In questa famiglia

non si dicono.

"

Sylen: "Mmm... sono andato al tempio.

"

Papà: "Cosa? Sai che non devi andare là da solo...

Come hai fatto a entrare senza permesso?"

Sylen abbassò la testa.

Sylen: "Ho scavalcato da una finestra...

"

Mamma: "Sylen, che di-volo! Non si fa, è sbagliato.

"

Sylen: "Ma mamma, volevo solo vedere cosa c'era

dentro.

"

Papà: "E cosa hai visto?"

Mamma: "Darian, che diavolo fai?! Lo stai

incoraggiando?"

Papà: "No, assolutamente. Ma ormai che è

entrato... vediamo almeno cosa c'era.

"Mamma: "Non ho parole...

"

Sylen alzò la testa, sorridendo, e guardò il padre.

Sylen: "Beh... appena entrato ho visto degli

affreschi bellissimi che raffiguravano Nymiria, le

stelle... ed era pieno di geroglifici.

"

Papà: "Dev'essere stato interessante.

"

Sylen: "Bellissimo. Poi, ad un certo punto, ho visto

una specie di altare. C'erano delle scritte diverse

dal solito, e mi sono avvicinato.

"

Papà: "Che scritte erano?!"

Sylen: "Non lo so... non le ho mai viste nei libri.

Però erano luminose. Allora le ho toccate.

"

Tutti in casa erano concentrati sul racconto di

Sylen. Anche la piccola Lilia era rapita, con gli occhi

spalancati.

Sylen: "Appena le ho toccate... ho sentito come un

calore attraversarmi il corpo. È stato

strano...

"

Stava fissando la sua mano mentre parlava, con gli

occhi fissi e profondi.

Mamma: "Aaaandiamo... ti sarai fatto

suggestionare. Comunque, questo non toglie che

hai fatto una cosa sbagliata.

"

Papà: "Eh già, Sylen. Anche se il racconto era bello,

mi spiace ma la mamma ha ragione. Quindi sei in

punizione ! "Sylen: "Cosa?! Davvero? Ma me l'hai chiesto tu di

raccontarlo!"

Papà (sorridendo): "Certo. E adesso... laverai i piatti

per una settimana intera.

"

Sylen: "Aaaaah, uffa...

"

La serata si concluse con le risate della famiglia e Sylen che , brontolando lavava i piatti

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